Il Cristo velato della Cappella Sansevero è una delle opere più affascinanti e misteriose che si possano vedere a Napoli e in Italia. Anche se siete a Napoli per poche ore, la Cappella rientra tra le 10 cose da vedere assolutamente. Si racconta che il velo di marmo sul corpo del Cristo, sia in realtà un velo in tessuto, trasformato in roccia grazie ad uno speciale liquido inventato dal sinistro Principe di Sansevero, illustre alchimista. Molti, invece, sostengono che il sorprendete effetto sia tutto frutto del talento di Giuseppe Sanmartino, lo scultore che realizzò il Cristo velato. Il ritrovamento di una stanza segreta e di alcune macabre opere, visibili nella Cappella Sansevero, hanno contribuito a dare al Principe e al Cristo velato un’aura di mistero. La Cappella merita una visita non solo per il Cristo ma anche per le altre opere presenti in questo piccolo gioiello nascosto tra i vicoli di Napoli: un luogo ricco di simboli esoterici e religiosi, che noi vi aiutiamo a scoprire leggendo le 10 cose da sapere e vedere durante una visita alla Cappella Sansevero di Napoli. Posta al centro della Cappella, il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, cattura subito lo sguardo del visitatore che inizia a interrogarsi senza soluzione sul mistero di questa opera. La particolarità è il velo che ricopre il corpo del Cristo morto, disteso su dei cuscini. E’ straordinario come questo velo di marmo sembri in realtà fatto di tessuto, proprio per le sue linee morbide e soffici. Sul volto e sul corpo di Gesù si possono scorgere i segni delle torture che gli sono state inflitte: la ferita del costato, i piedi e le mani trapassati dai chiodi e i lineamenti provati dalla sofferenza. Un’opera talmente bella e affascinante che Antonio Canova dichiarò che, pur di appropriarsi del Cristo, avrebbe rinunciato anche a dieci anni della sua vita. Il velo che si adagia delicatamente sul corpo del Cristo è oggetto di numerosi dibattiti ed è fonte di una curiosa leggenda: la marmorizzazione del velo effettuata dal Principe di Sansevero. Infatti il velo, pur essendo di marmo, appare fin troppo soffice e delicato per un effetto incredibilmente vicino alla realtà. La leggenda vuole che la morbidezza del velo non sia dovuta all’abilità scultorea di Giuseppe Sanmartino, ma sia da attribuire ai poteri esoterici del Principe Raimondo di Sangro, che sembrava essere in grado di solidificare, con un liquido di sua invenzione, tessuti e persino organi del corpo. Quale sarà la verità? I due scheletri “pietrificati” si ritiene che fossero i servi del principe, ma per ogni leggenda che si rispetti c’è anche una versione più verosimile dei fatti.

Gli scheletri pietrificati della Cappella Sansevero Oltre al Cristo Velato, la Cappella di San Severo ospita altre incredibili realizzazioni come la La Pudicizia velata e il Disinganno della Cappella Sansevero, tutte le opere ricordano o hanno le sembianze di diversi personaggi della famiglia di Sangro. Il Principe ideò alcune delle opere insieme all’esperto scultore Corradini, anche lui appartenente alla massoneria: da attribuire al grande scultore la bellissima “Pudicizia velata”, una statua che Raimondo di Sangro volle dedicare alla madre, Cecilia Gaetani d’Aragona, venuta a mancare a soli 23 anni, quando il Principe ancora non aveva compiuto il primo anno di vita. Sicuramente una tappa imperdibile non solo per chi sosta a Napoli, ma per chiunque si trovi di passaggio in Italia e voglia ammirare uno dei suoi più grandi e misteriosi capolavori.

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